«Come insegna Hegel, ripartire dalle lingue nazionali significa far valere una feconda esigenza resistenziale rispetto alla mondializzazione sradicante, difesa con stolida euforia, dai signori apolidi del turbocapitalismo.»

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A partire dalla narrazione di Daniel Defoe, Fusaro traccia l’antropologia dell’individualismo moderno.

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Nel quadro delle conquiste del lavoro del ‘900, lo sciopero ha avuto un ruolo fondamentale: esso ha rappresentato il punto di forza delle classi subalterne verso le classi dominanti. Ma oggi, nel quadro dei nuovi rapporti di forza tra le classi, lo sciopero rischia di diventare parte organica dei rapporto di forza e, paradossalmente, di […]

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Nella pellicola “Teorema”, di Pier Paolo Pasolini, che fu accolta con freddezza se non con vero disgusto al momento della sua uscita, è riconoscibile l’implacabile critica del poeta friulano alla classe borghese, incapace di uscire dagli schemi di dominio in cui è inserita.

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La domanda che si presenta prepotentemente in questo periodo: “porti aperti o porti chiusi?” è in realtà posta in maniera tendenziosa. Diego Fusaro, con il rigore che caratterizza le sue argomentazioni, traccia i reali termini della questione.

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Aveva ragione Gilles Deleuze, secondo cui, con il nuovo spirito del capitalismo, si passava da una società di disciplina a una società di controllo. Questo aspetto emerge nitidamente in una molteplicità di “dispositivi” dispiegati dal capitalismo globale di cui la “fattura elettronica” è forse solo l’ultima, plateale manifestazione.

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A partire da Adorno, Diego Fusaro articola la propria riflessione sul rito collettivo della memoria. Ricordare dovrebbe essere un esercizio pedagogico finalizzato ad evitare il ripetersi di tragedie del passato, invece…

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