Stampa e regime ucraino continuano a mentire sull’omicidio di Andrea Rocchelli

Dalla recente intervista di Raffaele della Valle avvocato del killer dell’esercito ucraino. Emerge che la difesa si baserà principalmente sulle tre bugie che oggi vengono propagandate su tutti i media dalle più alte autorità ucraine. La prima è l’idea che Vitalij Markiv non si trovava a Slaviansk il 24 maggio, giorno dell’omicidio del giornalista italiano. Ma questo fatto viene smentito dallo stesso Markiv che in un’intervista, tradotta da noi nel precedente video, ammette di essere stato dislocato a Slaviansk il 2 maggio e di essere rimasto li per almeno 43 giorni. Il secondo punto della difesa mira a far credere che Markiv essendo un soldato semplice non poteva dare l’ordine di attaccare il reporter. Ma anche questa menzogna viene smentita da Markiv, nella stessa intervista, quando afferma di ricoprire il ruolo di vice comandante di plotone. Il terzo punto della difesa e a quanto pare quello centrale. Cerca di far credere che nel 2014 le unità della guardia nazionale non possedevano dei mortai ma solo armi leggere. Fu proprio un colpo di mortaio infatti a colpire ed uccidere il giovane reporter italiano. Ma anche questo è una clamorosa e vomitevole bugia. Come potrete vedere da questo video in cui sono riportate testimonianze, articoli di giornale e foto di quel periodo. L’esercito ucraino non solo possedeva i mortai ma era dotato anche di numerosi pezzi di artiglieria. Con i quali, dal monte Karachun, bombardavano da giorni senza pietà la città di Slaviansk uccidendo non solo coloro che si erano ribellati all’antidemocratico colpo di stato dell’Euromaidan e al regime dittatoriale di Kiev guidato a quel tempo dal non eletto “pastore sanguinario” Turchinov. Ma massacrando innumerevoli civili tra cui vecchi, malati, donne e bambini. Proprio durante uno di quei bombardamenti fu ucciso il nostro Andrea Rocchelli che a differenza di Vitalij Markiv si era recato li non per ammazzare ma proprio per testimoniare le disumane sofferenze di quelle persone innocenti.

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